Visualizzazioni totali

martedì 29 novembre 2011

LOW – Magazzini generali – 28 novembre 2011


Concerto di nicchia ieri sera ai Magazzini Generali. E chiamala nicchia! Il locale è stracolmo, tanto che entro, mentre sta suonando il gruppo spalla, e già il budello dei Magazzini è pieno fino al bar. Un tizio vicino a me dice: “Oh finalmente! Che bella questa Milano”. Non è per fare gli snob, anzi proprio questa sera di hypsters ventenni in divisa da alternativi non ce n’è proprio, anzi si vede un sacco di gente tranquilla (che lavorava, come diceva Celentano), tutti accorsi per vedere e soprattutto ascoltare i LOW. Sembra incredibile il potere della musica, ma questi tre musicisti, da Duluth Minnesotha, nel giro di vent’anni sono riusciti a costruirsi la loro nicchia, il loro zoccolo duro, il loro genere. Loro sono i massimi rappresentanti (e dico massimi perché, per mia ignoranza, ammetto di  non conoscere altri gruppi che fanno questo genere, forse un po’ i Cowboy junkies) dello “slow-core”. E’ un genere estremo al contrario, invece di spingere sulle accelerazioni ritmiche, loro cercano di rallentare il ritmo il più possibile, invece di spingere sui volumi, loro tendono ad andare verso il silenzio. E’ possibile tutto questo nel rock? Si, perché tutto si basa sul peso specifico di ciò che i tre suonano: quelle tre note, ma quelle giuste però, quelle distorsioni della chitarra, ma perfette per creare pathos, le linee di basso minimali fatte di note così gravi e profonde da arrivare al centro della terra, appunto al “core”(da leggersi non alla napoletana, mi raccomando!) ed in questa splendida atmosfera la voce femminile di Mimi Parker che oltre a suonare la batteria in piedi, come Maureen dei Velvet Underground, ha una voce tipo Ginevra di Marco e già si capisce tutto. L’altro membro cantante e chitarrista è Alan Sparawk che ha una voce più da rocker e quando non duetta con Mimi, canta i pezzi più incisivi.
Curiosità: verso la metà del secondo brano si è sentito un bicchiere di plastica cadere, anche questo è possibile ad un concerto dei LOW.
Voto: Intenso e toccante, da vedere se vi capita.
Se non avete niente dei LOW consiglio “Things we lost in fire” album del 2001 prodotto e registrato da sua maestà Steve Albini.
E come sempre è stato un piacere, il Vostro Mauro.

1 commento: