Due anni fa uscì nelle sale italiane, il terzo film di John Cameron Mitchell. Anche questa volta il regista osò parlare di tabù e le reazioni furono contrastanti. Come già era successo con "Shortbus" in cui Mitchell aveva rischiato, raccontando l'intimità in modo esplicito anche in quest'occasione il tema trattato era pericoloso. Si parla tanto di maternità, ma quasi per scaramanzia non si osa parlare delle morti infantili. Rebecca, la protagonista del film è una donna annientata dalla perdita del figlio a causa di un incidente domestico. Sembra che niente possa più renderle la voglia di vivere. La terapia di gruppo, un marito sensibile e attento, una madre presente, sembra non servano a nulla. Ma un giorno Rebecca incontra per caso il responsabile dell'incidente...
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