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lunedì 31 gennaio 2011

Microsolchi n 10.

FAD GADGET BY FRANK TOVEY –“A Retrospective in Sound and Vision”– Mute 2006
Fad Gadget – “Fireside Favourites” – Mute 1980

Quando ancora i Depeche Mode muovevano i primi passi ed erano considerati una giovane promessa in casa Mute (la loro casa discografica), c'era questo strano tipo allampanato, che già sperimentava con l'elettronica ed i cui live erano qualcosa di estremo (tipo strapparsi i peli pubici o ricoprirsi interamente di schiuma da barba, durante l'esecuzione di "Shave it", o usare un vero trapano, rivolto contro se stesso, per simulare un'autosevizia in "Ricky's hand").
Il suo nome era FAD GADGET.
La totale libertà espressiva, però, fu  la sua fortuna e al tempo stesso la sua sfortuna.
Da una parte gli permise di emergere dalla marea di musicisti tecnopop in giro in quegli anni in Inghilterra, ma dall’altra, però, non lo fece mai andare oltre lo status di “musicista di nicchia”.
Sicuramente questo suo essere “visivamente troppo estremo” non poteva fare di lui una star della neonata Mtv, nè tantomeno di Top of the Pops.
Lo stesso Dave Gahan confessa di averlo sempre ammirato, sia come frontman che come musicista,  e di aver subito comprato, all'epoca, il 45 giri di "Back to Nature", perchè era veramente qualcosa di superiore.
E dalle parole, ai fatti: I Depeche, una volta diventati star planetarie, nel Tour di Exciter del 2001, gli offrono la possibilità di aprire i loro concerti facendolo così conoscere alla massa (me compreso).
Mi ricordo quando acquistai il biglietto per quel concerto al Forum di Assago con su scritto "Special Guest: Fad Gadget" ed io che pensavo: "ma chi è? sarà un gruppo?il solito gruppo spalla mandato allo sbaraglio che non si sentirà niente”.
E invece, dopo mezz'ora di stridori di ferraglia come sottofondo di attesa, (giuro! tipo coltelli da macellaio che si sfregano, della serie "da qui si capisce chi è un vero dark o chi è venuto solo per accompagnare la fidanzata che vuole sentire Just can’t get enough”) BUIO, scritta rotante "FAD GADGET" proiettata sul fondale, e loop di sinth con batteria elettronica che introducono quest'omone che indossa un grembiulaccio da macellaio in pelle bianca e che, appena si muove, catalizza su di sè l'attenzione di tutto il Forum.
Corre avanti e indietro per il palco, si butta, fa capriole, insomma un animale da palco, un “Iggy Pop” prestato alla musica elettronica.
Inutile dire che, pur non conoscendo nessun pezzo, rimango subito impressionato da quella mezz’ora di dark-sinth-wave all’ennesima potenza e dopo quel concerto farò di tutto per accaparrarmi qualsiasi tipo di supporto fonografico che lo riguardi (78 giri e stereo 8 compresi!:-):-)).
Impresa ardua, tutto fuori catalogo, esiste solo una raccolta della mitica Mute di due anni prima, naturalmente introvabile.


Botta di culo!, alla fiera di Sinigallia, trovo il vinile (e dico vinile!) di “Fireside Favourites” il suo primo disco e inarrivabile capolavoro datato 1980.
Ma qui interviene il destino cinico e baro contro il povero Frank (vero nome di Fad Gadget): ora che, finalmente i Depeche lo hanno fatto conoscere al mondo intero, dopo vent’anni di onorata carriera musicale di nicchia,  portandoselo in tournée e facendogli condividere parte della loro gloria come segno di  riconoscenza per il suo talento, qualche mese dopo l’Exciter tour, nel 2002, Frank muore a causa di un infarto.
La Mute che, nonostante sia gestita da un vero genio-conoscitore ed amatore della musica dark-wave come Daniel Miller (se non ci fosse stato lui, addio a: Depeche, Yazoo, Nick Cave, Erasure, Wire, per darvi un’idea) è pur sempre una casa discografica, dopo la dipartirtita di Frank, pubblica il cofanetto che dà il titolo a  questo Microsolchi, ovvero due dvd e due cd di vere e proprie chicche. Mi piace comunque pensare che lo avrebbero pubblicato ugualmente, anche solo a seguito del Tour coi Depeche e non solo per fare cassa (Ah che animo romantico!)
Per i neofiti:
- da scaricare (stavolta approvo, perché si trova solo così) “Fireside Favourites” capolavoro di synth-darkwave con alcuni degli inni di Fad Gadget (State of the nation, Coitus interruptus) e la darksuite, che neanche Brian Eno saprebbe fare, “Arch of Aorta”.
- da acquistare il cofanetto che, manco farlo apposta, contiene anche tutti i singoli storici (Back to Nature, Lady Shave, Ricky’s hand, Collapsing new people – solo per questi quattro pezzi varrebbe la spesa)
E come sempre, è stato un piacere. Grazie a te! Frank aka FAD GADGET.
Ciaooo Mauro.   

venerdì 28 gennaio 2011

Caro diario

L'altro giorno facevo un sopralluogo in uno dei nostri stabili, in uno scantinato ho dato un'occhiata agli uffici che abbiamo dato in comodato ai servizi sociali. Due stanzette buie e fredde, sul soffitto una perdita sta producendo una macchia che si allarga di ora in ora. Mentre uscivo pensado alle giovani madri che vengono accolte in quegli spazi ho visto un'immagine. Si trattava della famosa illustrazione di Nanni Moretti in vespa e sulla destra ho letto: "Io credo nelle persone, però non credo nella maggioranza delle persone. Anche in una società più decente di questa, mi sa che mi troverò a mio agio e d’accordo sempre con una minoranza".


giovedì 27 gennaio 2011

News - Pedro Almodovar

Continuano le riprese del nuovo film di Almodovar, tratto dal noir di Thierry Jonquet "Tarantola". Il film segna il ritorno alle origini di Banderas. L'interprete della fortunata saga di "Zorro" deve la sua popolarità proprio ad Almodovar che lo impose come sex symbol negli anni ottanta con le sue prime pellicole. In questo nuovo progetto Antonio interpreta un chirurgo estetico in cerca di vendetta. Ieri notte ho rivisto "Gli Abbracci Spezzati". Nel film Penelope Cruz subisce una serie di violenze inaudite da parte di un uomo che dice di amarla, ma anche in questa nuova pellicola Almodovar parte da una violenza, per raccontare una storia di rancore e follia.

mercoledì 26 gennaio 2011

Cinema - Helena Bonham Carter

Che sia la volta buona per Helena Bonham Carter. L'attrice è alla seconda nomination all'Oscar, per l'interpretazione della simpatica madre di Elisabetta II (un ruolo costruito con molta sensibilità). Tutti ora conoscono Helena per la saga di Harry Potter e come la musa di Tim Burton, suo compagno dal 2001, ma forse pochi ricordano che Helena prima della svolta dark era l'attrice più amata da James Ivory. Dopo "Camera con vista", "Maurice", "Casa Howard" e altri adattamenti dai romanzi di E. M. Forster, la prima svolta significativa è arrivata con il ruolo della moglie nevrotica di Woody Allen in "La dea dell'amore". Era la prima volta che Helena recitava nei panni di una donna contemporanea e la prova fu convincente, tanto che dopo le fu offerto anche il ruolo di Marla in "Fight Club", tutto il resto è... Burton.

News - Candidature agli Oscar

E mentre in Italia continua quella che sembra la grottesca messinscena del soggetto di un cattivo commediografo, negli Stati Uniti sono state annunciate le nominations per gli Oscar.

Miglior film
“127 Ore”; “Il cigno nero”; “Il discorso del Re”; “The Fighter”; “Il grinta”; “Inception”; “I ragazzi stanno bene”; “The Social Network”; “Toy Story 3 - La grande fuga”; “Winter's Bone"

Migliore regista
Darren Aronofsky, “Il cigno nero"; David O. Russell, “The Fighter”; Tom Hooper, “Il discorso del Re”; David Fincher, “The Social Network”; Joel ed Ethan Coen, “Il grinta”

Migliore attore protagonista
Javier Bardem, “Biutiful”; Jeff Bridges, “Il grinta”; Jesse Eisenberg, “The Social Network”; Colin Firth, “Il discorso del Re”; James Franco - “127 ore”

Migliore attore non protagonista
Christian Bale, “The Fighter”; John Hawkes, “Winter's Bone”; Jeremy Renner, “The Town”; Mark Ruffalo, “I ragazzi stanno bene”; Geoffrey Rush, “Il discorso del Re”

Migliore attrice protagonista
Annette Bening, “I ragazzi stanno bene”; Nicole Kidman, “Rabbit Hole”; Jennifer Lawrence, “Winter's Bone”; Natalie Portman, “Il cigno nero”; Michelle Williams, “Blue Valentine”

Migliore attrice non protagonista
Amy Adams, “The Fighter”; Helena Bonham Carter, “Il discorso del Re”; Melissa Leo, “The Fighter”; Hailee Steinfeld, “Il Grinta”; Jacki Weaver, “Animal Kingdom”

Migliore sceneggiatura non originale
“127 ore”, scritto da Danny Boyle & Simon Beaufoy; “The Social Network”, scritto da Aaron Sorkin; “Toy Story 3 - La grande fuga”, scritto da Michael Arndt, John Lasseter, Andrew Stanton e Lee Unkrich; “Il grinta”, scritto da Joel Coen & Ethan Coen; “Winter's Bone”, scritto da Debra Granik & Anne Rosellini

Migliore sceneggiatura originale
“Another Year”, scritto da Mike Leigh; “The Fighter”, scritto da Scott Silver, Paul Tamasy ed Eric Johnson; “Inception”, scritto da Christopher Nolan; “I ragazzi stanno bene”, scritto da Written by Lisa Cholodenko & Stuart Blumberg; “Il discorso del Re”, scritto da David Seidler

Migliore film d’animazione
“Dragon Trainer”, di Chris Sanders and Dean DeBlois; “The Illusionist”, di Sylvain Chomet; “Toy Story 3 - La grande fuga”, regia di Lee Unkrich

Migliore film straniero
“Biutiful” (Messico); “Dogtooth” (Grecia); “In un mondo migliore” (Danimarca); “La donna che canta” (Canada); “Outside the Law (Hors-la-loi)” (Algeria)

Migliore scenografia
“Alice in Wonderland”; “Harry Potter e I doni della morte - Parte I”; “Inception”; “Il discorso del Re”; “Il grinta”

Migliore fotografia
Matthew Libatique, “Il cigno nero”; Wally Pfister, “Inception”; Danny Cohen, “Il discorso del Re”; Jeff Cronenweth, “The Social Network”; Roger Deakins, “Il grinta”

Migliori costumi
Colleen Atwood, “Alice in Wonderland”; Antonella Cannarozzi, “Io sono l’amore”; Jenny Beavan, “Il discorso del Re”; Sandy Powell, “The Tempest”; Mary Zophres, "Il grinta"

Migliore documentario
“Exit through the Gift Shop”; “Gasland”; “Inside Job”; “Restrepo”; “Waste Land”

Migliore documentario (cortometraggio)
“Killing in the Name”; “Poster Girl”; “Strangers No More”; “Sun Come Up”; “The Warriors of Qiugang”

Migliore montaggio
Andrew Weisblum, “Il cigno nero”; Pamela Martin, “The Fighter”; Tariq Anward, “Il discorso del Re”; Jon Harris, “127 Ore”; Angus Wall e Kirk Baxter, “The Social Network”

Migliore trucco
Adrien Morot, “La versione di Barney”; Edouard F. Henriques, Gregory Funk e Yolanda Toussieng, “The Way Back”; Rick Baker e Dave Elsey, “Wolfman”

Migliore colonna sonora originale
John Powell, “Dragon Trainer”; Hans Zimmer, “Inception”; Alexandre Desplat, “Il discorso del Re”; A.R. Rahman, “127 Ore”; Trent Reznor e Atticus Ross, “The Social Network”

Migliore canzone originale
“Coming Home” dal film “Country Strong”, musica e testi di Tom Douglas, Troy Verges e Hillary Lindsey; “I See the Light” da “Rapunzel”, musica di Alan Menken, testi di Glenn Slater; “If I Rise” da “127 Ore”,  musica di A.R. Rahman, testi di Dido e Rollo Armstrong; “We Belong Together” da “Toy Story 3", musica e testi di Randy Newman

Migliore cortometraggio animato
“Day & Night”, regia di Teddy Newton; “The Gruffalo”, regia di Jakob Schuh e Max Lang; “Let's Pollute”, regia di Geefwee Boedoe; “The Lost Thing”, regia di Shaun Tan e Andrew Ruhemann; “Madagascar, carnet de voyage (Madagascar, a Journey Diary)”, regia di Bastien Dubois

Migliore cortometraggio

“The Confession”, regia di Tanel Toom; “The Crush”, regia di Michael Creagh; “God of Love”, regia di Luke Matheny; “Na Wewe”, regia di Ivan Goldschmidt; “Wish
143”, regia di Ian Barnes and Samantha Waite

lunedì 24 gennaio 2011

Film - La versione di Barney

Il film è molto ben fatto. Gli attori straordinari, non sto a parlare di Paul Giamatti già vincitore dell'ultima edizione dei Golden Globe , neanche di Dustin Hoffman sempre divertente, ma spreco due parole per la insuperabile Minnie Driver. Specializzata nel ruolo della compagna rompipalle, qui interpreta la seconda moglie di Barney, una donna ebrea dalla loquela irrefrenabile e dalla battuta sarcastica sempre pronta.
Aveva già dato prova della sua comicità in "Will & Grace" e in "Absolutelly Fabulous", qui non si smentisce.

News - Terme di Milano

Sabato sera al ritorno dal cinema un amico ci ha fatti entrare nel giardino delle terme di Porta Romana (Milano). L'acqua era ancora calda (non mi sono immerso, ho sentito con la mano). Lo scenario è irreale, non sembra di essere a Milano e tantomeno a 100 metri dalla strada. Il diaframma delle antiche mura separa visivamente è acusticamente. Un'anteprima, tra poco sarà pronta la sauma ricavata in un vecchio tram dell'ATM, curioso esperimento di archeologia industriale, le terme infatti sorgono sulla vecchia rimessa dei tram vicino alle mura storiche.

Piazza medaglie d'Oro a Milano

venerdì 21 gennaio 2011

Microsolchi n. 9

Patrick Wolf – “The Bachelor” – 2009 Chrisalis

Se penso ad un artista (e uso questa parola proprio perché lui lo è veramente) come Patrick Wolf, mi vengono subito in mente personaggi della levatura di Bowie o di Bjork.
Un giorno sfogliando l’NME vedo la pubblicità del disco di questo strano personaggio, con i soliti giudizi a 5 stelle delle varie riviste specializzate, messi lì a mo’ di specchietto per le allodole, come la regola del commercio insegna.
Però il tipetto ha  una faccia troppo “integrante”, che si capisce che dietro ci dev’essere una grande personalità e che, se anche l’1% dei giudizi delle riviste fossero veri, siamo a cavallo.
Vado su “You Tube” e, dalle numerose interviste (lui è molto aperto e comunicativo,  e già mi piace) e video musicali, scopro tutto un mondo: un artista a 360 °, che scrive musica, suona decine di strumenti, dirige i suoi video, disegna gli abiti che indossa, insomma una forza della natura.
Per farvi capire lo spririto della persona, in alcune interviste ringrazia i suoi compagni di scuola per il calvario che gli hanno fatto subire a causa della sua natura omosessuale e del suo essere “sopra le righe”, perché tutte quelle vessazioni hanno creato una persona caratterialmente forte (della serie “Grazie brutti bastardi perché, invece di demolirmi, avete fatto di me l’essere invincibile che sono, Fuck You! Un punto di arrivo notevole!).
Il mondo di Patrick Wolf è proprio bowiano “à la Sound and Vision”, in cui Musica, performance, arte, fanno un tutt’uno; ho avuto la fortuna di vederlo in concerto al Magnolia due anni fa, e ,dal vivo, ha veramenete un carisma incredibile ed una bravura che non sfigurerebbero davanti al duca bianco.

Finora ha pubblicato quattro album, quello di questo  microsolchi è il più recente, nonché forse il mio preferito (i critici considerano il suo capolavoro “The magic position” il suo secondo album).
Se dovessi trovare un filo conduttore nei suoi dischi, è proprio il tentativo di fondere tradizione e modernità. Da una parte il suo amore per le orchestrazioni, gli archi, la musica celtica e dall’altra la passione per l’elettronica anche quella più estrema (“the vulture” -l’avvoltoio-, uno dei migliori pezzi di “the Bachelor”, è scritto in coppia con Alec Empire degli ATARI TEENAGE RIOT: il gruppo americano di Digital hardcore, insomma dei veri e propri terroristi del rumore digitale).
Da qui viene il paragone con Bjork, che nella sua musica ha sempre fatto incontrare gli archi coi “bit”, penso ad album come “Homogenic”.
Per tornare a “The bachelor”, il titolo è un termine che  usavano gli omosessuali  dell’inghilterra vittoriana per indicare il loro stato civile (ovviamente non esisteva la parola “gay”), corrispondente forse al nostro ”scapolo”, infatti il testo dice “i’m not gonna  marry in the fall, i’m not gonna marry in the spring, i will never marry, marry at all, no one will wear my silver ring” (Non mi sposerò né in autunno, né in primavera, né mai. Nessuno indosserà mai il mio anello d’argento). Da vedere la versione live con Florence di “Florence + the machine” noncè il video dell’avvoltoio, li metterò sull’acquaman.
Pezzi che fanno grande “the bachelor”: Hard times, the bachelor, damaris, vulture.
Veramente consigliato! In attesa del suo prossimo album, che uscirà fra poco, metto anch’io le mie 5 stellette e come sempre è stato un piacere!
Ciaoooo Mauro.     

mercoledì 19 gennaio 2011

Icone - Grace Jones

"Ladies and gentlemen, Miss Grace Jones. Slave to the rhythm". Grace nata in Jamaica da un predicatore, ha sempre trovato troppo repressivo il mondo in cui viveva, quindi appena le è stato possibile è scappata a Parigi per diventare modella. La Francia era il Paese più adatto per un talento come il suo, le aveva spianato la strada la celeberrima Josephine Baker una performer di colore diventata eroina nazionale. Grace divenne da subito la musa di molti creativi e così decise di lanciarsi nel mondo della musica. Il suo primo pezzo di grande successo fu "La vie en rose" la cover del famoso brano portato al successo da Edith Piaf. La marcia in più di Grace era il suo aspetto duro e aggressivo, capace di far pensare ad un felino, ad un uomo, ad un androide, tutte maschere che Grace perfezzionò grazie all'aiuto di Jean Paul Goude, l'artista visionario che la trasformerà nei primi anni ottanta in una vera icona. Goude, realizza gli scatti per le copertine degli album più importanti di Grace. Il successo in Europa procede di pari passo con il successo negli Stati Uniti. Grace condivide un appartamento niente meno che con Jerry Hall e diventa una delle più famose frequentatrici dei locali più esclusivi di New York, tra cui lo Studio 54, dove spesso diventa la vera attrazione.


Grace conosce Andy Warhol e diventa una delle sue più care amiche. In un attimo si trova a fianco di Arnold Schwarzenegger in "Conan il distruttore" nel ruolo di una guerriera in grado di mettere paura persino a Conan. Con l'album "Nightclubbing" Grace riceve il premio come miglior album dell'anno dalla prestigiosa rivista musicale inglese NME. A metà degli anni ottanta con "Slave to the rhythm" Grace raggiunge il top della popolarità e dei riconoscimenti. L'album prodotto da Trevor Horn è un gioiellino e la title-track diventa un successo planetario. Il video è il best of delle realizzazioni di Goude, Grace è interprete del famoso spot della Citroen Cx, lavora con Keith Haring, viene immortalata da Mapplethorpe ed Helmut Newton e interpreta la più spietata delle nemiche di James Bond. Dopo quei due anni si eclissa. La piaga dell'HIV decima l'elitte culturale di New York e Grace rimane sola. Dopo qualche sporadica apparizione e una lunga collaborazione con il genio dei cappelli di sua maestà Philip Treacy, Grace ritorna nel 2008 con un album, una collaborazione con Tricky, un video favoloso, copertine dei più importanti magazine internazionali e un premio alla carriera di Q magazine.


martedì 18 gennaio 2011

Icone - Rolling Stone

Fondata nel 1967 a San Francisco era una rivista legata all'ambiente prevalentemente hippy. Nel 1976 la rivista si spostò a New York cambiando anche target. Le star cinematografiche assunsero un maggior rilievo. Negli anni 80, la rivista smise di lanciare le nuove tendenze musicali e cominciò a seguirle. Nei primi anni del 2000 la rivista per fronteggiare una concorrenza sempre più forte, spinse l'accelleratore del sesso, attirando le critiche dei lettori di vecchia data. Per attutire il colpo la rivista si impegno ad ospitare anche inchieste politiche. Esistono diverse edizioni internazionali tra cui quella italiana dal 2003.

lunedì 17 gennaio 2011

News - Golden Globe

Serata dei Golden Globe edizione 2011. I premiati sono di nostro gusto. Per il cinema David Fincher è stato premiato come miglior regista per "The Social Network". Fincher in passato ha diretto "Fight Club" "Alien 3" e "Seven". Cher ha avuto il premio di consolazione per la miglior canzone originale da lei cantata nel film "Burlesque". Altri premiati per il cinema: Colin Firth, Annette Bening, Christian Bale.



Per la televisione Steve Buscemi vince come migliore attore drammatico nella serie tv "Boardwalk Empire" (miglior serie tv drammatica). Per la miglior serie comica/musicale vince "Glee" e come attore non protagonista, sempre da "Glee", Chris Colfer.

Film - Tamara Drewe

Tratto dalla graphic novel di Posy Simmonds, che a sua volta si ispira a "Via dalla pazza folla" di Hardy è un film divertente del regista Stephen Frears. Tanti film dalle "Relazioni pericolose" ma la storia rimane sempre quella. Intrecci, tradimenti, congiure e finale tragico (per il "cattivo"). Molto convincente il ruolo della rock star interpretata da Dominc Cooper, perchè fumettistico e "bidimensionale".
Tra tutti il meno "amato" dal regista è proprio il personaggio di Tamara. Mancano, secondo me qui passaggi che rendono più chiare le sue scelte, rischia di sembrare un personaggio volubile e insicuro.

venerdì 14 gennaio 2011

Film - Hereafter

Tratto dal sito di Souffle:

Pare che a Clint Eastwood interessi la morte. Ma ne siamo sicuri? Gran Torino metaforizzava la morte come sacrificio, dono cristologico di sé. Sfrondato dal suo senso più intellegibile, Gran Torino raccontava in realtà la necessità di un passaggio generazionale, la ricerca della trasmissione di una essenza da un vecchio a un giovane, bisogno di passaggio di fluido vitale, costruzione del nuovo a partire dall’antico, usando una macchina come simbolo...
[continua]



Icone - Linda Evangelista

A dimostrazione del fatto che non sono sessista, dedico questo post ad una delle grandi icone degli anni 90: Linda Evangelista. Linda era una delle cinque modelle per cui è stato inventata la definizione di supermodels. Linda Evangelista (in rosso nella foto), Cindy Crawford, Naomi Campbell, Christy Turlington, Claudia Schiffer (non c'era in questo scatto storico) furono inventate da stilisti come Gianni Versace e riviste come Vogue.




Le supermodels erano ovunque, avevano talmente tanti impegni che Linda, se ne uscì con quella frase provocatoria "We don't wake up for less than $10,000 a day". Ma erano gli anni novanta, oggi le cose sono molto diverse per le modelle.


giovedì 13 gennaio 2011

News - Checco Zalone

Il nuovo film di Checco Zalone, "Che bella giornata", ha battuto il record d'incassi nella prima settimana di programmazione. Bravissimo nella rappresentazione dell'italietta mediocre e meschina è forse il comico che ha saputo raccogliere ed attualizzare al meglio l'eredità di Alberto Sordi.

Grande anche nell'imitazione di Nichi Vendola:
Grazie Mauro

mercoledì 12 gennaio 2011

News - Rosenzweig

Maurizio Rosenzweig, il mio maestro di fumetto, presenta alla Fnac di via Torino, sabato 15 alle ore 18:00, il suo nuovo libro: "Zigo Stella". Maurizio è un grande, per la mia prima mostra ha collaborato con me per una tavola, mi ha scritto una dedica appassionata e ha disegnato tre pagine a fumetti per il catalogo.

martedì 11 gennaio 2011

Arthur Sales

E' Brasiliano e sta diventando molto popolare. Il suo nome è Arthur Sales. In questi giorni è apparso sul secondo numero di Coitus in un'edizione coi quattro modelli più cool e giovani del momento. Bravo Arthur.




Vedi l'ultima campagna Armani: http://www.youtube.com/watch?v=RwA-OhcqrtI




News - Il sindaco di New York "Wants You"

Il Sindaco di New York ha da poco varato il progetto "It gets better". Nel video Michael Bloomberg si rivolge direttamente ai gay, dicendo che New York è sempre stata una città aperta e poco incline alla discriminazione. Il Sindaco dice: "Abbiamo bisogno di voi, abbiamo bisogno del vostro entusiasmo, delle vostre idee, della vostra passione e del vostro talento".

News - Gaga, record di copertine

La rivista più venduta del 2010 è stata Cosmopolitan e il numero più venduto dell'anno è stato quello con Lady Gaga in copertina. Gaga è stata inoltre, l'artista che nel 2010 ha avuto il maggior numero di copertine. Così riporta il sito ufficiale di Gaga:

Lady Gaga’s Rolling Stone double issue sold 245,000 copies, nearly three times more than the magazine’s 2010 average. The Gaga Cosmopolitan issue sold an impressive 1.7 million copies and became the top seller of the year. Her cover for Vanity Fair magazine was the title’s second-best seller of the year, with 450,000 copies sold

lunedì 10 gennaio 2011

Glenn Close

Dalle prime fotografie, non vedo l'ora di vedere il nuovo film di Albert Nobbs con Glenn Close. Nel film la Close interpreterà una donna Irlandese dell'Ottocento che per ottenere il posto di maggiordomo sarà costretta a fingere di essere un uomo.
Nell'attesa sto vedendo tutto d'un fiato "Damages" il serial tv per cui Glenn ha vinto l'Emmy come migliore attrice. Durissima e scaltra, o si ama o si odia.

Microsolchi n. 008

The Smiths – “Louder than Bombs” (vs) “Hatful of hollow” – Wea 1984

Il primo pezzo che ho sentito nel 2011, sparato a 10.000 watts dalle casse del Magnolia, dopo il fatidico 3,2,1 Auguriiii, scandito da una improbabile band di fiati meglio noti come i “Figli di madre ignota”, è stato “ASK ME, ASK ME, ASK MEEE” degli Smiths (e se il Buon giorno si vede dal mattino, quale migliore augurio!).
Avrei voluto parlare prima degli Smiths, solo che davo per scontato che il pubblico “gaio”dei trentenni o giù di li, compreso gli indie kids ventenni, già li conoscesse a memoria, come è giusto che sia; ma si sa, soprattutto in campo musicale, “la gente sono ignoranti”e quindi è sempre meglio diffondere il verbo (sono al delirio!) e parlarvi di  un gruppo della mia triade musicale di riferimento di sempre  (ex equo con Cure e Joy division a cui aggiungerei gli U2 fino a “Pop” del 1997).
“Ask” è un singolo dell’84 non contenuto in “The Queen is Dead”, l’album di quel periodo, con lato B “Cemetry Gates” (sto andando a memoria, giuro, quindi potrei anche sbagliarmi sul lato b, ma non credo, Fuck Wikipedia!); questo solo per rendersi conto del livello qualitativo dei loro 45 giri.
Perché un singolo per parlare degli Smiths? Tra l’altro neanche il mio preferito? Solo a causa del capodanno col botto del Magnolia?Nooo.
Perché gli Smiths sono sempre stati una band da singolo, e, nonostante gli ottimi 4 dischi ufficiali, sui singoli hanno sempre messo le cose migliori, che molto spesso non finivano negli album.
Le copertine dei singoli  degli Smiths (ancora meglio in versione 12 pollici, il nostro mix) erano quasi sempre dei fermo immagine in bianco e nero di film, virati in giallo rosso verde etc. ed  erano importanti quanto la musica che contenevano; queste immagini ti davano l’impressione straniante di una vecchia foto ingiallita, magari anche brutta, ma che non potevi fare a meno di guardare e di esserne colpito (per farvi un’idea andate su http://www.vulgarpicture.com/).
Mi ricordo “Barbarism begins at home” un brano “dancettaro” con in copertina una specie di valchiria in minigonna e stivaloni davanti ad un paesaggio industriale, oppure “Heaven knows i’m miserable now” con una “sciura” in paltò e parruccone biondo che posa davanti ad una strada piena di buche e di fango, o il soldatino giovane con scritto sull’elmetto “Meat is murder” (anche qui mi sono fidando della mia memoria, No Wikipedia né Wikileaks!).
Nei loro cinque/sei anni di vita gli Smiths fecero uscire una miriade di singoli, tutto questo perché Morrisey, per le pecorelle smarrite, il loro cantante, nonché autore dei testi, nonché guru per molti di noi, ha sempre amato la cultura della musica pop del periodo di Elvis, quando le popstar facevano uscire un 45 giri al mese ed assurgevano a status di semidei.
E gli Smiths erano “il” gruppo Pop, nella sua accezione più alta.
La loro invenzione, oltre ai titoli chilometrici, (che ne dite di “Stop me if you think that  you have heard this one before”?) è stata quella di abbinare delle melodie orecchiabili, come nel miglior pop dei Beatles,  a dei testi che denunciano senza mezzi termini e con estremo realismo la drammaticità della vita e della condizione umana, soprattutto di un omosessuale come Morrisey nella Manchester di allora.
L’effetto e quello di avere l’impressione di ascoltare una bella “canzoncina”, poi ascolti i testi e parlano di “Girlfriend in a coma” o di “Sweet and tender hooligan” o dicono “You should be bludgeoned in your bed (dovresti essere massacrato di botte nel tuo letto, da “Bigmouth strikes again”).
Tutto questo sulla chitarra di Johnny Marr, a mio avviso “il chitarrista”; la sua caratteristica è proprio la raffinatezza del modo di suonare e la capacità di trovare sempre l’arpeggio o la frase musicale che, messa al momento giusto del brano, lo eleva a livelli di perfezione.
Per gli altri due componenti del gruppo, Andy Rourke il bassista, e Mike Joyce il batterista, si tratta della solita “botta di culo”  che il destino riserva ad alcuni musicisti (vedi Ringo Starr dei Beatles) di entrare, per caso, a far parte della leggenda.
In conclusione, per il Microsolchi n. 8 ho scelto proprio quei due album, perché sono le prime due raccolte di singoli che gli Smiths fecero uscire nel 1984, oltre ad essere parte integrante  della loro discografia e forse ciò che meglio potrebbe rappresentarli (non si contano i greatest hits pubblicati dopo la fine del gruppo, a memoria cinque, ma saranno sicuramente di più).
In “hatful” poi c’è il mio loro pezzo preferito di sempre, ovvero “What difference does it make?” proprio in quella versione li, registrato dal vivo negli studi della BBC nel programma di John Peel (altro mito).
“Ask me, Ask me, Ask meee!” e , come sempre, è stato un piacere! Buon inizio anno,
Mauro.

Libri - Tiziano Scarpa

Ho comprato la nuova smemoranda per il 2011. Ho trovato un racconto del Premio Strega 2009, Tiziano Scarpa. Il titolo "Come ho preso lo scolo". Il racconto breve, già pubblicato sulla rivista "medica" OK, parla dell'esperienza personale dell'autore relativamente al suo contagio, avvenuto qualche anno fa. Scarpa è sempre divertente e ciò che mi piace del suo modo di scrivere è l'uso di un linguaggio tipico di una persona "visiva". Lessi "Gli occhi sulla graticola" e da allora mi invaghii di lui. "Venezia è un pesce" una guida che partendo dalla riflessione di come la città lagunare assomigli nella sua sagoma a quella di un pesce, descrive ad un ipotetico viaggiatore la città con la perizia e l'amore di chi ci ha vissuto.
Sto leggendo "Cosa voglio da te" una serie di racconti brevi sulle tante forme di amore di coppia che la fantasia dell'autore ha saputo partorire. Certo perchè anche gli uomini partoriscono, anche se palloni da rugby.
macrileo

mercoledì 5 gennaio 2011

Film -Salomè last dance

Visto ieri. Di Ken Russell, un film godibilissimo, malgrado l'età. Nel cast la Grande Glenda Jackson. Stavo proprio sbobinando l'intervista che ho fatto a Fullin e mi sono reso conto che tra le opere teatrali di Wilde ha dimenticato di parlare di Salomè. Grande uscita di scena, Oscar. Forse il "De Profundis" non era necessario.

Film - Megamind

Ho visto ieri Megamind. Piaciuto tanto. Della serie: i cattivi che poi così cattivi non sono mai. Diamo a tutti una speranza, perchè nel profondo tutti sono buoni e non è colpa loro se si comportano così, insomma è sempre colpa nostra che siamo superficiali e non ci fermiamo a guardare in profondità... al dilà delle banalità è proprio divertente