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venerdì 21 gennaio 2011

Microsolchi n. 9

Patrick Wolf – “The Bachelor” – 2009 Chrisalis

Se penso ad un artista (e uso questa parola proprio perché lui lo è veramente) come Patrick Wolf, mi vengono subito in mente personaggi della levatura di Bowie o di Bjork.
Un giorno sfogliando l’NME vedo la pubblicità del disco di questo strano personaggio, con i soliti giudizi a 5 stelle delle varie riviste specializzate, messi lì a mo’ di specchietto per le allodole, come la regola del commercio insegna.
Però il tipetto ha  una faccia troppo “integrante”, che si capisce che dietro ci dev’essere una grande personalità e che, se anche l’1% dei giudizi delle riviste fossero veri, siamo a cavallo.
Vado su “You Tube” e, dalle numerose interviste (lui è molto aperto e comunicativo,  e già mi piace) e video musicali, scopro tutto un mondo: un artista a 360 °, che scrive musica, suona decine di strumenti, dirige i suoi video, disegna gli abiti che indossa, insomma una forza della natura.
Per farvi capire lo spririto della persona, in alcune interviste ringrazia i suoi compagni di scuola per il calvario che gli hanno fatto subire a causa della sua natura omosessuale e del suo essere “sopra le righe”, perché tutte quelle vessazioni hanno creato una persona caratterialmente forte (della serie “Grazie brutti bastardi perché, invece di demolirmi, avete fatto di me l’essere invincibile che sono, Fuck You! Un punto di arrivo notevole!).
Il mondo di Patrick Wolf è proprio bowiano “à la Sound and Vision”, in cui Musica, performance, arte, fanno un tutt’uno; ho avuto la fortuna di vederlo in concerto al Magnolia due anni fa, e ,dal vivo, ha veramenete un carisma incredibile ed una bravura che non sfigurerebbero davanti al duca bianco.

Finora ha pubblicato quattro album, quello di questo  microsolchi è il più recente, nonché forse il mio preferito (i critici considerano il suo capolavoro “The magic position” il suo secondo album).
Se dovessi trovare un filo conduttore nei suoi dischi, è proprio il tentativo di fondere tradizione e modernità. Da una parte il suo amore per le orchestrazioni, gli archi, la musica celtica e dall’altra la passione per l’elettronica anche quella più estrema (“the vulture” -l’avvoltoio-, uno dei migliori pezzi di “the Bachelor”, è scritto in coppia con Alec Empire degli ATARI TEENAGE RIOT: il gruppo americano di Digital hardcore, insomma dei veri e propri terroristi del rumore digitale).
Da qui viene il paragone con Bjork, che nella sua musica ha sempre fatto incontrare gli archi coi “bit”, penso ad album come “Homogenic”.
Per tornare a “The bachelor”, il titolo è un termine che  usavano gli omosessuali  dell’inghilterra vittoriana per indicare il loro stato civile (ovviamente non esisteva la parola “gay”), corrispondente forse al nostro ”scapolo”, infatti il testo dice “i’m not gonna  marry in the fall, i’m not gonna marry in the spring, i will never marry, marry at all, no one will wear my silver ring” (Non mi sposerò né in autunno, né in primavera, né mai. Nessuno indosserà mai il mio anello d’argento). Da vedere la versione live con Florence di “Florence + the machine” noncè il video dell’avvoltoio, li metterò sull’acquaman.
Pezzi che fanno grande “the bachelor”: Hard times, the bachelor, damaris, vulture.
Veramente consigliato! In attesa del suo prossimo album, che uscirà fra poco, metto anch’io le mie 5 stellette e come sempre è stato un piacere!
Ciaoooo Mauro.     

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