Essential Killing (J. Skolimowski, 100’ )
E’ un film sull’istinto di sopravvivenza dell’uomo e sulla natura animalesca dell’uomo. La guerra ad Al qaeda, dell’esercito americano contro i talebani, è solo il pretesto, “il grande gioco di ruolo” in cui agiscono gli “attori” della vicenda. Un Vincent Gallo strepitoso, che per tutto il film non dice una sola battuta; la sua è un’ interpretazione proprio “da animale”, quasi come se il regista l’abbia privato della parola e gli abbia detto : “adesso reciti solo con il corpo”.
La cosa forse più sorprendente è che il Vincent Gallo “Afghano” non parla perché non ha bisogno di parlare: nella sua vita di militante di Al Qaeda, come si vede all’inizio del film, è abituato alla solitudine del deserto afghano, a rimanere solo con se stesso e a decidere di se stesso in condizioni ostili. I soldati americani, archetipo dell’uomo civilizzato, al contrario non riescono a star zitti, i loro dialoghi sono tutta una serie di “Fuck, Piece of Shit” per qualsiasi cosa, pur di non dover affrontare il temuto silenzio. Quando non parlano si stordiscono con la musica metal, come succede ai due soldati del furgone, prede di Mohammed (Vincent Gallo).
Nel film ci sono delle immagini oniriche molto belle, infatti è come se il regista sia entrato nella testa del “fuggitivo Gallo” e ci offra la sua visione della realtà. Visione distorta dalla fame, dalla fatica, dalle precarie condizioni di salute (Mohammed-Gallo è ferito ed ha perso quasi interamente l’udito a causa della bomba che gli è stata lanciata contro, durante la cattura), una condizione fisica e mentale in cui i sogni notturni e le visioni ad occhi aperti, la fanno da padrone.
Insomma questo è cinema veramente, da vedere (anche in originale tanto i dialoghi contano poco e sono ridotti all’osso).
E come sempre è stato un piacere, Ciaooo Mauro.
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