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lunedì 10 ottobre 2011

Fabri Fibra e Rolling Stone

Fabri Fibra ce l'ha fatta, è entrato nel suo personale olimpo delle Rock Star: ha ricevuto la tanto desiderata copertina di Rolling Stone. Ho letto l'intervista e come sempre mi sono trovato a condividere molte delle opinioni di questo signore. Vede con sgomento l'impotenza e l'apaticità dei ragazzi che vanno ai suoi concerti e si chiede come possa esprimere il suo mondo interiore a persone che vivono coi genitori e temono il confronto con la realtà e quindi si creano una vita virtuale coi social network. Spara a zero sul mercato discografico italiano. Ligabue è imprigionato in un clichè e deve riproporre ogni volta lo stesso personaggio come un condannato ai lavori forzati. Per piacere ad un pubblico di nostalgici devi proporre un prodotto rassicurante. Il mercato è dominato da vecchi, che sono aggrappati con le unghie al loro posto al sole. Dopo qualche pagina purtroppo anche Fabri cade a sua volta nel clichè della rockstar e "attacca" con le solite lagne: niente è come sembra nella vita di una rock star; dice che la sua immagine non corrisponde al suo vero io e tanto meno rispecchia la sua vita di tutti i giorni, fatta di esperienze spersonalizzanti, trasferimenti continui e cene all'autogrill.

Il solito problema di chi ottiene il successo per aver dato voce al disagio giovanile e poi si sente giudicato per non essere più la stessa persona. Lady Gaga che parla ai liceali e li sprona a resistere alle angherie dei compagni, ma lo fa dal suo palazzo di cristallo; Fabri Fibra che da vincitore racconta ai "perdenti" la dura realtà della vita quotidiana mentre si fa fotografare per la rivista patinata.
Che fine ha fatto Janis Joplin? Debbie Harry dei Blondie cantava "Die young stay pretty"... la cosa più saggia che ha fatto dopo 30 anni di carriera è smettere di cantarla.

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