“In un mondo migliore” di Susanne Bier – Danimarca 2010
Questo film ci mette davanti ad un interrogativo che sta diventando molto pressante, soprattutto nelle società iper-progressiste del nord Europa, ovvero: E’ giusto essere, sempre e comunque, non violenti e tolleranti in qualsiasi situazione?
La questione non è da poco, e ci riguarda tutti. Come dobbiamo reagire quando subiamo un torto? Oppure, è giusto fare la guerra ad un dittatore che di dialettica non ne vuole sapere?
La regista, sapientemente, ci mostra alcune situazioni tipo: Il bambino che subisce le angherie del bullo a scuola; Il dottore missionario in Africa che è costretto a curare il capo di una banda che semina terrore nei villaggi di povera gente inerme; Un adulto, che per dimostrare che la violenza è sempre sbagliata, si fa prendere a sberle senza reagire.
Dall’evolversi della trama del film, mi è sembrato che Susanne Bier dia questa interpretazione,
che condivido pienamente: In alcuni casi è giusto reagire ad un torto restituendo la violenza subita, come nel caso del bullismo, ma senza trascendere, poiché, se la reazione è spropositata, potrebbe scatenare una serie di conseguenze ben più gravi e completamente fuori controllo.
Veramente bello, da vedere.
E’ stato un piacere,
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