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mercoledì 29 dicembre 2010

Microsolchi n.007

Nada Surf - "Let go"  - 2002 Labels

Come ogni anno, prima di arrivare al 31 dicembre, è d'obbligo, o meglio incombe, la classifica dei dischi dell'anno che per me, senza ombra di dubbio, quest’anno  vede al numero uno  "I moralisti" degli Amor Fou (Un disco italiano del 2010!, stupore! non credo alle mie orecchie! - Leggi Microsolchi n. 2). Non ci sono più quei tempi (era solo il 1995, nostalgia!) in cui i dischi dell'anno dell'NME o del Melody Maker (che tra l'altro non c'è neanche più) avrebbero dettato legge su cosa sarebbero stati i suoni del periodo a venire (mi ricordo un "OK COMPUTER" dei Radiohead o un "To Bring you my love" di Pj Harvey dischi dell'anno); oggi i gruppi dell'NME  non mi rappresentano più niente e solo a guardarli in faccia mi ricordano tanti "simil Damon Albarn, Primal Scream, Ride" già visti e forse anche già sentiti, visto che di loro non rimane traccia (sembro un vecchio fan dei Led Zeppelin che davanti ai primi videoclip diceva: ma questi non sanno suonare è tutto finto, ormai è solo immagine. Sarò io il vecchietto ora?).
Per tornare ai Microsolchi, ovvero “Let go” dei Nada Surf, questo è uno dei miei dischi “Sanacore” per dirla all’Almamegretta o “La Cura” (The Cure),tanto per non tradire la mia fede darkettona, che son dieci anni che, tutte le volte che lo ascolto, mi rimette in pace col mondo.
In particolare “Inside of love”: splendida ballata che mi folgorò da subito, trasmessa spesso da  “Brand New”, quell’oretta alle undici e mezzo di sera su Mtv, condotta a turno per una settimana da vari ospiti (ormai diventata cult pure quella!).


Più che un gruppo “indie”, come vengono spesso considerati, i Nada Surf di questo disco sono un’onesta band di Los Angeles che suona rock nella maniera migliore, proprio come a volte sanno fare solo  gli americani, lavorando sulle  chitarre, senza stravolgerle, e tirandone  fuori un suono unico e d’impatto.
Come nella migliore tradizione rock, qui si alternano pezzi “tirati” (“no quick fix” ed “happy kid” su tutti) a malinconiche ballate (“Inside of Love“ Uber alles!, “blonde on blonde”, “là pour ça” in francese!.)
Morale della favola: quale disco migliore per chiudere l’anno e sperare in un futuro migliore? C’è solo questo! Ascoltare per credere.
Buon anno a tutti! e come sempre, è stato un piacere. Ciaoooo Mauro.

1 commento:

  1. macrileo, a rischio di sembrare antico ammette di aver sempre aspettato Melody Maker e MNE dell'ultima settimana di dicembre per la classifica dei migliori dischi dell'anno. Mitica PJ di "To bring you my love"

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