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venerdì 17 dicembre 2010

Microsolchi 005

Soft Cell – Non Stop Erotic Cabaret - 1981

Con il Microsolchi n. 5 (tipo Chanel n.5, per fare un omaggio alla parrucca fucsia del Macrileo) mi ero ripromesso di stare sul contemporaneo, solo 2010, al massimo 2009, ma di sti tempi e co’ sta musica d’oggi, come si fa? Poi c’ha già pensato il Macrileo coi Subsonica ed io sto aspettando i VERDENA in uscita FRA POCO con un doppio (e dico doppio!) album dal titolo WOW, che non vedo l’ora.
Allora che faccio? Ritorno al 1981 e ad una mia recente riscoperta: I Soft Cell, con il loro capolavoro “Non Stop Erotic cabaret”.
L’album è proprio quello di “Tainted Love”, ma chi vuole evitare i tormentoni, compreso Marc Almond che a furia di farla non la sopportava più, qui troverà una serie di perle che col tempo hanno conservato la loro carica ed originalità.
La miscela irresistibile è fatta da melodie facili con dei suoni tipo “pianola Bontempi”, la stessa cosa che faceva il punk con le chitarre, che creano un’atmosfera da disco bar di terza categoria con appunto testi che parlano di personaggi di “terza categoria” di “beautiful loosers”; come dire: “il mio disagio te lo sbatto in faccia violentandoti con i “Bling Blong” metallici della mia tastierina del cazzo!”.
Se a tutto questo ci aggiungiamo un frontman come Marc Almond, ovvero  una specie di “femminiello” ambiguo (e lo dico con ammirazione) vestito da “leather” col trucco, la bomba atomica è pronta.
Ed infatti i Soft Cell esplosero, e Tainted Love, che era una cover di un brano di un certo Ed Cobb, diventò, e lo è ancora, un hit mondiale.
Ma con le gioie arrivarono anche i dolori, infatti ricordo di aver letto da qualche parte, che la notorietà trasformò Marc Almond in un facile bersaglio di hooligans e solite teste di minchia per aggressioni a carattere omofobo sia verbali che fisiche, a tal punto da costringerlo a passare mesi in casa con conseguente depressione ed uso e abuso di droghe.
Perchè la sua eccentricità faceva già parte del suo genio e della sua personalità, ma  la lente d’ingrandimento dello showbiz l’aveva resa una cosa troppo fastidiosa per le testoline troppo ristrette di alcuni.
Mi sono accorto che non ho ancora nominato l’altro Soft Cell: quel signore riccioluto, un po’ tracagnotto, con l’aria da garzone con il vestito della festa, che risponde al nome di  David Ball, nonché il geniale autore di quelle tastierine diaboliche.

Brani consigliati senza nominare “Tainted Love”: Sex dwarf (il nano del sesso, leggetevi il testo, che se no mi censurano), Chips on my shoulder (che non ha una traduzione in italiano, ma descrive lo stato d’animo di quando uno ha subito un torto e fa il sostenuto perché si sente in credito col mondo, come dire fanculo tutti, adesso basta!), Bedsitter (sui postumi del sabato sera, con quelle tastieracce che fanno “ua -ua – uauuuu – pausa – ua – ua –uau –ua!”
Morale di Frate indovino o Suor Germana a seconda delle preferenze: La sofferenza di essere dei “Freaks”, cioè dei mostri per la società, a volte rende geniali; ma è proprio necessario soffrire?
Come sempre, è stato un piacere! Ciaooo Mauro.




 

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