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venerdì 19 novembre 2010

Microsolchi n.001

“Unknown pleasures” – Joy Division – 1979

Siamo di fronte ad uno di quei dischi che creano un genere ed un suono (“à la Joy Division”) al pari del primo disco dei Velvet Underground (quello con la banana di Warhol in copertina), dischi che quando uscirono vendettero pochissimo, ma che rimasero nella storia della musica perchè portarono qualcosa che non si era mai sentito prima e da cui qualsiasi musicista e appassionato di musica non può prescindere.
In “Unknown pleasures” tutto è semplice e complicato allo stesso tempo: le melodie sono quelle semplici dei “tre accordi tre” del punk, ma il suono…..; Uno spazio siderale, un’atmosfera da “altro mondo” fatta di chitarre taglienti (ascolta  “disorder”), bassi profondi (ascolta “wilderness”), inserti di batteria elettronica (ascolta “she’s lost control” e “insight”) rumori registrati (bicchiere che si rompe in “i remember nothing”) e per concludere l’opera, La voce di Ian Curtis.
Stonata e profonda, una di quelle “brutte voci”,  il cui timbro racconta molto di più dei testi che canta, perchè si capisce subito, che dietro a quella voce, c’è tutto un mondo di rabbia sofferenza  incomprensione, come per Cobain, Tom Waits, Patty Smith etc. (non dimentichiamo che purtroppo Ian si suicidò a 23 anni).
I testi di Ian Curtis descrivono poco del mondo esterno (mi viene in mente solo She’s lost Control), perché sono tutti rivolti all’interno (“I’ve been waiting for a guide to come and take me by the hand” in Disorder).
La qualità sonora di “Unknown pleasures” è al limite del bootleg (non così pessima però come in  “Velvet Underground and Nico”): il disco ha un suono metallico, tagliente, che fortunatamente l’edizione “Remastered” non ha tolto ma esaltato.

Questi sono i Joy Division,  prendere o lasciare, per molti sicuramente indigesti, ma forse nella musica come nell’arte a volte il disgusto è meglio dell’indifferenza.
Insomma, se non si è capito finora, questo è uno dei dischi della mia vita (fra vinile e cd ne ho 4 versioni), se non “il disco” della mia vita.
Per lo zoccolo duro,  ricordo che il 25 novembre ai Magazzini Generali di Milano ci sarà Peter Hook (se non sapete chi è, state a casa), che risuona tutto Unknown pleasures in occasione del 30° anniversario della morte di Ian Curtis.

E’ stato un piacere, un saluto Mauro
aka acquaman

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